Quando il Giro arrivava al Vigo Gino Cervi 25 Maggio 2014 Dall'Italia, News Milano fin dalla fine dell’Ottocento è stata la culla della storia velocipedistica italiana. E luoghi-simbolo delle “due ruote” in città se ne contano molti: il Touring Club Ciclistico Italiano – che, quando venne fondato, nel 1894, aveva una “C” in più, quella dell’aggettivo “ciclistico”; la “Gazzetta dello Sport”, nata due anni dopo; il Trotter – non quello ancora oggi in via Padova, ma il circuito che sorgeva dove oggi si trova piazza della Repubblica – , dove la leggenda narra che Romolo Buni, il “piccolo diavolo nero” sfidò spingendo sui pedali Buffalo Bill; fino all’Arena Civica, traguardo di molti Giri d’Italia, fin dal primo, quello del 1909. Tuttavia c’è un luogo che sta, più di altri, nel cuore di tutti i ciclisti milanesi e non solo: il Velodromo Vigorelli, per anni il vero il “parco divertimenti” cittadino per gli innamorati di selle, ruote e pedivelle. Sappiamo tutti le vicende del Vigo: una storia di alti e bassi, dalla costruzione nel 1935, ai danni subiti nei bombardamenti della seconda guerra mondiale, alla sua splendida rinascita nel dopoguerra, fino a diventare luogo mitico di riunioni su pista, di record dell’ora, i campionati del mondo che videro trionfare un campionissimo, milanese, della pista, come Antonio Maspes – a cui è oggi intitolato il velodromo – , ma anche di concerti musicali: uno su tutti, quello dei Beatles il 24 giugno 1965. Poi la lenta decadenza. Il sempre più raro utilizzo, a causa del progressivo abbandono della pratica ciclistica su pista. Fino al recente dibattito sul suo futuro, di notevole opera architettonica – è patrimonio messo sotto tutela dai Beni culturali – e di luogo pubblico di sport. Ma la memoria del “Vigo”, e l’amore dei milanesi per la “pista magica”, restano viva . Proprio come quando si riempiva di festa per l’arrivo dell’ultima tappa del Giro d’Italia, quando la corsa rosa era indissolubilmente legata a Milano, la città che l’ aveva inventata. Martedì 27 maggio, alle ore 19, la serata “Quando il Giro arrivava al Vigo”, organizzata dall’Upcycle Milano Bike Café, riporta almeno virtualmente la corsa rosa a Milano, rievocando gli urlanti e appassionati arrivi dell’ultima tappa del Giro d’Italia al Vigorelli. Una mostra di maglie rosa della collezione del Museo del Ghisallo, da quella di Renzo Zanazzi del 1947, a quella di Ercole Baldini del 1958, passando quella di Fiorenzo Magni del 1953; le narrazioni di Sergio Meda, giornalista e memoria storica della Gazzetta; la presenza del Comitato Vigorelli, che si batte per la giusta valorizzazione del velodromo, riporteranno al presente il tema di come preservare e rinnovare un patrimonio di cultura sportiva fatto di luoghi e di persone. E poi filmati e immagini d’epoca che restituiscono il fascino di un luogo che è un pezzo importante di storia cittadina. Upcycle Milano Bike Cafémartedì 27 maggio, ore 19Quando il Giro arrivava al VigoconGino Cervi, giornalistaCarola Gentilini, Museo del GhisalloFederico Meda, Giro for GhisalloSergio Meda, giornalista e memoria storica della GazzettaStefano Peruch, Comitato Velodromo Vigorelli L’evento è organizzato con il supporto di X-‐BIONIC, produttore leader nell’abbigliamento sportivo tecnico funzionale(www.x-‐bionic.it). Lascia un Commento Annulla la risposta L'indirizzo email non verrà pubblicato.CommentoNome* Email* Sito web