Facce da Poggio, i volti dell’altra Sanremo Guido Rubino 24 Marzo 2014 Milano-Sanremo Ritratti di Guido P. Rubino Poggio, frazione di Sanremo, pietre medioevali e tornanti. Tra ulivi e serre, testimonianza di un’attività economica, quella del florovivaismo, un tempo florida, oggi in parte decaduta. Il Poggio è il cuore pulsante della Sanremo. Il Poggio ha mille volti, che quest’anno come sempre hanno atteso la corsa e i campioni, anche se poco conosciuti. Ecco i protagonisti dell’altra Sanremo, in un luogo simbolo di una grande classica. Ivan dal Poggio al Kemmelberg: «Noi fiamminghi stiamo già pensando alle nostre classiche. La prima sarà la Gent-Wevelgem, la prossima metà è sul pavé». Nico, prima volta qui, dall’Olanda: «Un appassionato, almeno una volta nella vita, non può non venire qui ad aspettare i corridori» Giovanni ospita i tifosi nel suo capannone, in cima al Poggio: «Quando vinse Fondriest fu la Sanremo più affollata, quassù. Ma anche negli anni di Cipollini, la folla era immensa». Orlando abita proprio in cima al Poggio: «Il mondo va verso lo stipendio, qui rimaniamo solo noi vecchi. Ma la Sanremo riporta sempre tanta gente qui. Le Sanremo di Merckx restano uniche». Flavio, cicloamatore e plurivincitore di trofei in Europa: «Da sempre, il Poggio è l’ultima salita di ogni mia pedalata. Parte della mia passione» Frank, un’istituzione al Poggio: «Quando si faceva di sabato, la Sanremo accoglieva più appassionati. Oggi le strade sono molto meno affollate. Ricordo l’emozione e la folla della volta in cui vinse Saronni «Ogni anno è un rito, anche se meno affollato, ma è il giorno più bello dell’anno, qui al Poggio». La signora Oriana vede i corridori scollinare dalla vetrina del suo negozio di alimentari Steef dall’Olanda alla Liguria: «Una magia, vivere la Sanremo da quassù. Anche senza i De Vlaeminck, l’emozione è forte» Gianni cresce e mette in bici corridori da una vita, ad Alassio: «Sul Poggio, un rito da vivere sempre, per fare capire ai giovani cosìè la Sanremo» Yoery da Wevelgem, nelle Fiandre, al Poggio: «Voglio vivere le classiche nei suoi luoghi sacri. Qui ci sono venuto nove volte». E ha scommesso e vinto su Kristoff Il vigile Anacleto, trentacinque anni in servizio alla Sanremo, sempre lì: «Il Poggio è come una porta del paradiso. Per corridori e marinai» Andrej Hauptmann, sloveno, è salito qui da ex pro: «Da corridore l’ho corsa tante volte, miglior piazzamento, tredicesimo. Il Poggio resta magico». Giorgio Furlan è risalito sulla sua salita: «La mia Sanremo è ancora nella storia», Vent’anni fa, 1994: suo, ancora oggi, il record sulla salita finale della Classicissima Lascia un Commento Annulla la risposta L'indirizzo email non verrà pubblicato.CommentoNome* Email* Sito web