Padova e la sua fiera: lavoro e bici, per credere in un paese migliore Lorenzo Franzetti 24 Settembre 2013 Cicloracconti, News Un padiglione di Expobici, il salone della bicicletta di Padova Di Lorenzo Franzetti Padova capitale. Centro d’Italia, quella che pedala: statistiche, numeri, chilometri di piste ciclabili non c’entrano. Padova, capitale morale di un’Italia che fa girar le ruote e le produce: la bicicletta, simbolo di un’Italia da liberare. Dal traffico e dal pessimismo. «La bici infonde ottimismo, è vero. La crisi c’è nell’economia italiana e, naturalmente, anche in questo settore. Ma tra le aziende delle due ruote, il clima è diverso, favorevole. Nonostante tutto». Paolo Coin si è inventato una fiera nel cuore della capitale. Capitale della bici. In pochi anni, Expobici Padova, è diventato il salone di riferimento dell’industria italiana del pedale. All’ombra di Sant’Antonio. In tre giorni di fiera più di 55.000 visitatori: una folla di appassionati col mal di piedi, per il gran camminare tra gli stand. Mal di piedi e bocca aperta, come bambini in pasticceria: cicloinnamorati davanti ai sogni proibiti o possibili. In carbonio o con il motorino elettrico. Centocinquanta aziende, cinquecento espositori, un’economia che resiste al ciclone asiatico: resiste, nonostante la crisi, che quest’anno segnerà un calo delle vendite (almeno l’8%). Paolo Coin, direttore di Padova fiere Eppure, la bici, tra i padiglioni di Padova, non vede tutto nero. Anzi, il direttore della Fiera, Paolo Coin, vede il bicchiere mezzo pieno, anche di più… «La bici è di moda ed è sempre più simbolo di benessere. Un cambio di mentalità totale, negli italiani, in pochi anni. Fino a qualche tempo fa, il mezzo a pedali era considerata la scelta obbligata degli “sfigati”. Per i bambini era un sogno che presto si trasformava quasi in condanna: nell’attesa di quei fatidici 14 anni per comprarsi un motorino. O aspettando di diventare maggiorenni per poter guidare l’auto…». Oggi, l’auto non sono più molti a potersela permettere, a 18 anni: e … i ragazzi stanno smettendo di sognarla… «Una bella bici, oggi, è un oggetto che fa molto appeal tra i giovani. Il mito di arrivare in centro con l’auto e “cuccare” le ragazze vacilla, per vari motivi. E oggi la bici è qualcosa di desiderato, di moda. La bici è cool». Anche a Padova la bici è cool. Centro di un’area che rappresenta il 70% della produzione ciclistica in Italia. Nonostante la crisi e qualche dramma, come si è letto nei giorni precedenti la fiera. Padova, Treviso, Vicenza: gente che pedala e lavora. Centinaia di officine, fabbriche e fabbrichette, mani sporche di grasso, calli sulle dita a furia di tirar la lima. La bici e la sua economia, nella capitale e dintorni. Con quella fiera, che simbolicamente, rappresenta il primato. Cambia la storia, cambia l’economia, cambia la capitale Prima era Milano: tutto a Milano, la fiera e il cuore della produzione. La bici italica è nata all’ombra della Madunina, contadini finiti in fabbrica. Le grandi marche e il progresso, il mezzo a pedali simbolo quasi rivoluzionario. Dalla Bianchi all’Atala, dall’Umberto Dei, alla Gloria, alla Legnano. Operai, saldatori, fresatori, giovani garzoni in fabbrica, tutti a imparare un lavoro, che poi è divantato un’arte, quando quei garzoni si sono trasformati in artigiani artisti, nel Dopoguerra, ed è venuta su una scuola. Di telaisti, di ciclisti lombardi. Padova, invece, è il simbolo del Veneto che è uscito dalla miseria ed è diventato ricco: e oggi pedala non più per miseria, ma per piacere. Con orgoglio, la domenica. Padova e la sua fiera, una capitale nell’era della bici simbolo di qualità della vita, emblema di chi vuol cambiare in meglio le città, l’Italia intera. Un paese migliore, in bici: partendo dalle piccole cose Anche Paolo Coin è un ciclista, come quasi tutti i padovani. Per cambiar l’Italia ci vuole pazienza, ma si può cominciare da piccole cose, dagli atteggiamenti personali, dice lui: «Io sono un ciclista un po’ indisciplinato, come tanti, ma molto appassionato. Come molti veneti.Noi ciclisti non siamo santi, gli automobilisti sono indisciplinati e s’arrabbiano spesso e male. Ma un’automobilista potrebbe essere anche un ciclista. Ci vorrebbe più tolleranza reciproca». O semplicemente buona educazione reciproca. Non è polemica, ma un punto di partenza: «Padova è il laboratorio ideale per lo sviluppo della bicicletta in Italia, dall’uso quotidiano a quello sportivo. Con anche problemi da risolvere». Furti e sicurezza in primis. La bici e l’economia, nonostante la crisi… «Qui trovi gente con la voglia di fare, il mondo della bici ha ancora voglia di crederci». A Padova l’aria è più leggera. Bisogna credere in un paese migliore: non parole banali, ma pensieri importanti Lascia un Commento Annulla la risposta L'indirizzo email non verrà pubblicato.CommentoNome* Email* Sito web