Stelle e portatori d’acqua: un film all’ombra del trionfo del cannibale Lorenzo Franzetti 20 Marzo 2013 Cicloracconti, cinema Tutto Merckx: il Giro d’Italia dominato, stravinto. Dalla prima all’ultima tappa, solo lui: il cannibale. Quarant’anni fa, 1973, il Merckx più Merckx di sempre dominò la Corsa rosa. Un Giro d’Italia belga in tutti i sensi, con partenza da lassù, da Verviers e con la conclusione a Trieste, esattamente dove si concluderà i prossimo anno. In quell’edizione, i corridori belgi vinsero ben tredici tappe su dieci. L’Italia provò a difendersi con Gimondi, un giovane Battaglin, Panizza, Motta. In quel Giro, almeno una bella consolazione per noi: a Firenze un certo Francesco Moser, giovanissimo e al primo anno da professionista, vinse la sua prima tappa in carriera. La tappa era partita da Bolsena ed era terminata nel capoluogo toscano. Bitossi intervista Fuente, Gimondi osserva e ride Quella corsa fu raccontata in modo splendido da una troupe televisiva danese: il regista Jorgen Leth realizzò un film/documentario che uscì nella primavera 1974. Stelle e portatori d’acqua (“Stars and water carriers”) era il titolo. Uno splendido reportage, dentro la corsa, con la telecamera che arriva a filmare anche i momenti più intimi dei corridori: le voci del Giro, le parole del pubblico, i sospiri dei gregari e tutto quanto si muoveva dietro le quinte di questa corsa. Il documentario che vi presentiamo qui è uno splendido esempio di reportage: sì, questo modo di raccontare è decisamente cycle!style… Buona visione! Lascia un Commento Annulla la risposta L'indirizzo email non verrà pubblicato.CommentoNome* Email* Sito web